Rino Alessi

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Rino Alessi

Rino Alessi, vero nome Baldassare Alessi (Cervia, 30 aprile 1885Cervia, 1º luglio 1970), è stato un giornalista, scrittore e saggista italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Da bambino fu compagno di scuola di Benito Mussolini: pubblicherà i suoi ricordi del periodo nel 1969 dando alle stampe Il giovane Mussolini. Inizia la sua attività come scrittore, pubblicando nel 1906 la sua prima raccolta di novelle intitolata L'arcolaio; all'età di circa vent'anni collabora con il settimanale socialista di Ravenna La Parola dei Socialisti; successivamente è collaboratore e corrispondente da Cervia per Il Resto del Carlino di Amilcare Zamorani, Il Tempo di Claudio Treves e l'Avanti! di Leonida Bissolati. Dopo aver insegnato per un breve periodo viene assunto, nel 1911, presso il Giornale del Mattino di Bologna (giornale fondato dalle logge massoniche dell'Emilia-Romagna e con le sovvenzioni della borghesia radicale)[1] in qualità di redattore. Il 7 febbraio 1912 fu iniziato in Massoneria nella Loggia Otto agosto di Bologna, dipendente dal Grande Oriente d'Italia[2]. È di quel periodo, 1913, l'uscita del testo teatrale La scalata del potere.

A Bologna incontra Rosa Elide Spada che diventa sua moglie. Arruolatosi come volontario durante la prima guerra mondiale, il suo posto al "Giornale del Mattino" quale direttore viene preso da Pietro Nenni. Trasferito al fronte, Alessi diventa corrispondente di guerra per i giornali: la Gazzetta del Secolo di Milano e Il Messaggero di Roma. Censurato per i suoi articoli scriverà clandestinamente lettere al suo direttore, pubblicate molti anni dopo (Dall'Isonzo al Piave, lettere clandestine di un corrispondente di guerra, 1966). Dopo la fine della prima guerra mondiale si trasferisce a Trieste, dove Teodoro Mayer, azionista di maggioranza del quotidiano locale Il Piccolo, lo nomina direttore dello stesso (1919)[3] (conserverà la carica fino al 1943).

Schieratosi dalla parte del fascismo, Alessi iniziò una battaglia giornalista anti-transalpina in quanto egli imputava alla Francia l'aver creato, con la Piccola Intesa, un blocco di Stati ostili a Roma. Nel 1934, quando venne assassinato il dittatore austriaco Engelbert Dollfuss, egli si dichiarò contrario ad un'alleanza italo-tedesca. Non favorevole, almeno inizialmente, alle leggi razziali fasciste del 1938, entrò per questo in collisione con Roberto Farinacci senza però abbandonare la sua fede nel mussolinismo, che anzi venne accentuata. Collaborò in quel periodo a L'Illustrazione Italiana e divenne membro della Commissione superiore per la stampa nonché presidente della Federazione nazionale fascista editori giornali e agenzie di stampa. Durante il Ventennio Alessi si distinse per il tono enfatico dei suoi articoli di supporto incondizionato al nuovo regime. In un articolo del 15 maggio 1939, definì Mussolini "possente luce indagatrice", dotato "di un intuito che supera spesse volte l'umano", "stupenda incarnazione dell'antico e nuovo spirito di Roma"[4].

Nello stesso anno Mayer, ebreo, venne costretto dalle leggi razziali a cedere il giornale, e Alessi ne divenne proprietario. Il Piccolo proseguì nella sua politica di appoggio al fascismo e, in seguito al Patto d'Acciaio, al nazismo. Alessi attaccò nei suoi articoli le democrazie occidentali e in particolare la Francia, e lodò il patto Stalin-Hitler, tessendo le lodi del dittatore sovietico, cui ascrisse tra l'altro il merito di aver "riacceso la vecchia fiamma dell'antisemitismo e applicato varie forme di provvedimenti il cui fine è chiaro: togliere agli ebrei le leve dei comandi, silurarli, tenerli in soggezione coi processi, i muti rigori della Lubianka, gli esili in Siberia"[5].

Commentatore radiofonico, negli anni della seconda guerra mondiale fu opinionista del programma Commenti dei fatti del giorno a cui diede un taglio decisamente filo-hitleriano. Con la caduta del regime venne inizialmente sostituito alla direzione del Piccolo ma ne rimase proprietario ed editore fino a che, il 26 ottobre 1954, con il ritorno dell'amministrazione italiana a Trieste, fu brevemente diretto da Vittorio Tranquilli.

Chino Alessi (1919 - 1996), uno dei figli, seguì le sue orme di giornalista e di scrittore, dirigendo Il Piccolo dal 1955 al 1977.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Teatro[modifica | modifica wikitesto]

  • La scalata al potere, Cappelli, Bologna 1913
  • La sete di Dio (Robespierre), Fratelli Treves, Milano 1931
  • Savonarola, Treves Treccani Tuminelli, Milano 1932
  • Savonarola, per il Maggio Fiorentino, Istituto delle Edizioni Accademiche, Udine 1932
  • Il Conte Aquila (Teresa Confalonieri), Istituto delle Edizioni Accademiche, Udine 1933
  • La gatta, Istituto delle Edizioni Accademiche, Udine 1933
  • Il caso del dott.Hirn (Laura Bertieri), Istituto delle Edizioni Accademiche, Udine 1934
  • Caterina de' Medici, Istituto delle Edizioni Accademiche, Udine 1935
  • Il muro e la radice, Istituto delle Edizioni Accademiche, Udine 1935
  • Un uomo di parte (La signora Romie), Istituto delle Edizioni Accademiche, Udine 1935
  • L'argine, Istituto delle Edizioni Accademiche, Udine 1936

Saggi e narrativa[modifica | modifica wikitesto]

  • L'arcolaio, Rossi, Forlì 1906
  • La speranza oltre il fiume, 1913 (riedito da Cappelli nel 1958)
  • Calda era la terra, 1915 (riedito da Cappelli nel 1958)
  • Storia e teatro, Istituto delle Edizioni Accademiche, Udine 1935
  • Trieste viva, Casini, Roma 1956
  • La repubblica di Forlimpopoli (a puntate), «Il Tempo», 20-26 luglio 1958
  • La coltellata e altri racconti, edizioni del Borghese, Milano, 1961
  • La terra e gli uomini, edizioni del Borghese, Milano, 1963
  • Dall'Isonzo al Piave, lettere clandestine di un corrispondente di guerra, 1966, SBN IT\ICCU\SBL\0461588.
  • Il giovane Mussolini. Rievocato da un suo compagno di scuola, Edizioni del Borghese, Milano 1969.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Chino Alessi, Rino Alessi, Edizioni Studio Tesi, Pordenone, 1993. ISBN 88-7692-369-1
  2. ^ Vittorio Gnocchini, L'Italia dei Liberi Muratori, Erasmo ed., Roma, 2005, pp. 6-7.
  3. ^ Galliano Fogar, Dall'irredentismo alla resistenza nelle provincie adriatiche: Gabriele Foschiatti, Udine, Del Bianco, 1966, p. 67.
  4. ^ Galliano Fogar, op.cit., pag, 96.
  5. ^ Galliano Fogar, op.cit., pag, 97 e segg.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Direttore del quotidiano Il Piccolo Successore
Sospensione delle pubblicazioni dal 1915 al novembre 1919 dal 20 novembre 1919 - 25 luglio 1943 Silvio Benco
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